Fare trading sul web è ormai considerato il mondo migliore per poter investire i propri soldi in asset finanziari, soprattutto in tempi di Covid. Rispetto alle procedure farraginose e agli alti costi necessari per attivare l’intermediazione di una banca, i broker operanti in rete sono infatti in grado di offrire facilità, rapidità e convenienza.
Caratteristiche che hanno convinto un numero sempre maggiore di traders al dettaglio a ricorrere ai loro servizi, anche in Italia. Il consiglio? Ricordarsi che è necessario muoversi con molta circospezione nella fase di scelta della piattaforma con cui operare. Vediamo una serie di indicazioni pratiche con una guida su come investire nel trading online in modo sicuro.
Trading online: attenzione alle truffe
Quando si decide di ricorrere al web per i propri investimenti in azioni, materie prime, valute o altri asset finanziari, la prima operazione da valutare è proprio quella relativa alla scelta del broker. In questa fase, in particolare, occorre riuscire a separare le piattaforme professionali da quelle truffaldine che ormai da anni colpiscono gli utenti più ingenui, sottraendo loro i soldi depositati sul conto.
Solitamente, per far abboccare questi ultimi, i broker truffaldini preparano una ricca esca, formata da condizioni di ingresso molto più favorevoli rispetto a quelle proposte dagli altri. Il modo per evitare che ciò possa accadere, è da ravvisare nel possesso di una regolare licenza da parte dell’operatore. A rilasciarle in Italia è la Commissione Nazionale sulle Società e la Borsa (Consob), cui è affidato il compito di vigilare sul corretto svolgimento dei mercati finanziari. Ove un broker non sia in grado di dimostrare un permesso rilasciato dall’ente, è meglio esimersi dall’apertura del conto e prenderne in considerazione un altro.
Perché è necessaria la detenzione di una licenza da parte del broker?
Occorre sottolineare che la licenza rilasciata dall’ente di vigilanza dei mercati, non è necessaria soltanto per impedire eventuali truffe, ma anche che il rapporto tra il broker e il cliente sia eccessivamente sbilanciato a favore della piattaforma.
A dimostrare l’esistenza di questa necessità è proprio il varo di una direttiva comunitaria, la MiFID (Markets Markets in financial instruments directive), della quale nel 2018 è stata varata una seconda edizione. Il suo compito è quello di fornire il quadro di regole cui deve attenersi un intermediario finanziario, in modo da tutelare al meglio i diritti degli investitori, in particolare i piccoli.
In effetti, questa direttiva è molto importante, in quanto obbliga le piattaforme a risarcire i clienti danneggiati da malfunzionamenti o comportamenti impropri. Inoltre, impone una rigida separazione tra i fondi aziendali e quelli depositati sul conto d’investimento dagli utenti.
Ogni operatore deve quindi depositare i soldi della clientela su istituti bancari diversi da quelli su cui detiene i propri. In tal modo è possibile evitare pericolose commistioni e l’impiego dei primi per operazioni condotte dal broker a suo esclusivo vantaggio. Un comportamento che è stato più volte causa di perdite per i traders, anche nel recente passato.